LA CASA DEI LIMONI: un romanzo di Haydir Majeed


“La casa dei limoni” è il romanzo del regista e sceneggiatore Haydir Majeed, nato in Iraq a Babilonia, ma vivente in Italia dal 1980.

La percezione che si ha nella lettura è quella di saggiare alcuni aspetti relativi ai sensi visivi, olfattivi e gustativi: il giallo, l’odore e il sapore acre dei limoni. […]

Il romanzo si trasforma, nella parte finale, proprio come gli innumerevoli esseri umani e animali che lo hanno popolato, in un vero e proprio trattato di fede in cui l’immagine di un Dio è stampata sul cielo saturo di Blu, rendendo le forme più surreali di un dipinto di Chagall […] (d.ruggeri)


I Capitolo

“Ho vissuto questa esistenza come un bimbo che solcava i cieli tra i continenti, a bordo di un aeroplano di sughero per scoprire un’immensa città di favole amare”. (Rafael Coronado)

Una settimana prima della scoperta del cadavere di Rafael Coronado, si era diffuso nel palazzo un odore agrodolce di limoni marci. Uno stormo di farfalle azzurre volteggiava intorno alla finestra che dava sul cortile interno. Un rigagnolo verdastro denso di succo di limone scorreva via da sotto la sua porta. Interminabili carovane di formiche nere traevano in salvo il bottino, lontano dai dubbi degli inquilini. Una mattina, quando la signora Pirattini (al nono mese di gravidanza) infilò la chiave nella serratura della porta di casa sua, un rettile di esagerate dimensioni la fissò negli occhi, spuntò la sua lingua un paio di volte, si girò trascinando dietro la sua coda biforcuta, scomparendo sotto i battenti della porta dell’inquilino di fronte. Lei cacciò un urlo e poi svenne. Un odore di putrefazione cadaverica si mescolava all’esalazione di vari organismi in decomposizione, mise in allarme tutto il quartiere. Alle undici di mattina arrivarono i pompieri, l’amministratore e un’auto della polizia con due agenti a bordo. Pompieri e poliziotti si divisero in un sopralluogo accurato del palazzo e alla fine si ritrovarono al terzo piano a respirare quelle remote essenze e osservare l’esodo delle formiche nere lungo quel rigagnolo di succo di limone che andava ingrossandosi lentamente. Anch’essi convennero che le cose andavano per un verso storto.

Gli inquilini assediarono l’ingresso e la guardiola del palazzo. L’aria sapeva di cavolfiore, detersivo per panni, sudore e tabacco […]


Intervista all’autore a cura di Dimitri Ruggeri

Come è nata in te l’idea di scrivere un romanzo?

Prima di scrivere bisogna scoprire il piacere di leggere. E’ un percorso istruttivo che organizza il processo creativo. Le persone nate con doti artistiche precise, vanno per istinto a cercare i mezzi per esprimersi. Nel caso mio l’idea di scrivere e in particolare un romanzo nasce dalle mie letture dei classici europei.

Perché dopo tutti questi anni ti sei deciso a pubblicare?

Sognavo di scrivere un romanzo e non pensavo che mi sarebbe capitato soltanto 12 anni dopo il mio trasferimento in Italia. “La casa dei limoni” non è il frutto di un progetto pensato e pianificato. Il romanzo si era fatto strada attraverso me di getto. Godetti della sua nascita pagina dopo pagina. Avevo quasi rinunciato alla sua pubblicazione considerandolo come una buona esperienza e basta. Avevo anche dei dubbi e a poche persone avevo confidato di aver concluso un romanzo scritto direttamente in lingua italiana. Lasciai il romanzo nel cassetto finché casualmente, alcuni amici avevano letto il romanzo e incoraggiato a pubblicarlo.

La prima versione inedita ha subito una grande rivisitazione quantitativa. Molte parti sono state messe da parte. Come mai?

E’ vero, il romanzo ha subito il peso di diverse elaborazioni. Questa è l’ultima stesura che ritengo giusta da presentare ai lettori. La necessità di tagliare era incentrata sull’eliminazione della mia presenza invasiva come scrittore nel tessuto del romanzo.

La struttura del testo e il modo in cui scrivi, molte volte descrivono le situazioni come se si stesse vedendo un film. Quanto ti ha influenzato il fatto di avere una formazione da Regista e Sceneggiatore?

Credo sia il contrario. Questo modo di scrivere mi ha condotto al cinema, mi aveva fatto capire di essere in grado di scrivere per lo schermo. Un romanzo è fatto di colori, sapori, atmosfere e personaggi in conflitto. Le parole servono a questo, a stimolare l’immaginazione del lettore, mostrargli il mondo come lo vediamo dal nostro punto di vista.

Chi è Rafael Coronado?

Rafael Coronado è un mio amico. Un uomo che solcava i cieli tra i contenenti a bordo di aeroplano di sughero per scoprire una città immensa di favole amare.

Ci sono delle parti altamente visionarie, altre incredibilmente reali. Avendolo letto ho avvertito un certo ritmo. E’ voluto o casuale? Nel caos mi sono ritrovato alla fine nel cosmo.

“La casa dei Limoni” é il mio viaggio nel reale, nel quotidiano. Trovo che il nostro quotidiano sia intriso di magia, di visioni latitanti che alcuni le scacciano come insetti fastidiosi, altri invece le abbracciano come fortunate ispirazioni.

La solitudine e la nostalgia sono elementi frequenti. Chi dei tuoi personaggi non lo è?

Shukri è il personaggio più consapevole della sua solitudine e della sua nostalgia. E’ il personaggio che rappresenta la ricerca, la voglia di scoprire, capire e confrontarsi anche con il suo accusatore il commissario.

I riferimenti all’Iraq e Babilonia sono molto presenti; quanto c’è di autobiografico?

Le parti autobiografiche sono presenti in ogni romanzo. E “La casa dei limoni” non fa eccezione. Certo ci sono parti autobiografiche che si sono fuse con i fatti dei personaggi. Sono diventate parti vitali di alcuni personaggi. Oltre ai fatti ci sono atmosfere che provenivano da Babilonia, dal deserto, visioni vissute in prime persona che erano emerse nel momento della scrittura in maniera involontaria.

Già vedo questo tuo romanzo sviluppato per un Film. E’ fattibile?

Certo si può fare un film tratto da “La casa dei limoni”. Il romanzo visto attraverso i commenti positivi che sono arrivati finora, tutti concordi sullo mio stile tendente a scrivere per immagini. Questo è un elemento importante che aiuta chi deve sceneggiare il romanzo e adattarlo allo schermo.

Scomponendo il tuo romanzo verrebbero fuori una montagna di aforismi. Con quale ci saluti?

A noi piccoli uomini, capita nell’arco di una vita intera, di trascorrere un istante sul tetto del mondo. Almeno una volta, deve esserci concesso il privilegio di vedere da vicino le forze motrici del destino.


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14 thoughts on “LA CASA DEI LIMONI: un romanzo di Haydir Majeed

  1. da ilmiolibro.it

    La trama del romanzo è certamente avvincente ed invita a proseguire la lettura ben oltre l’anteprima; le tue descrizioni degli ambienti e dei personaggi sono particolarmente attente ricche di similitudini che arricchiscono il piacere di inoltrarsi tra i viottoli misteriosi del tuo racconto.

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  2. da ilmiolibro.it

    Una commedia striata di giallo,dalla stessa tonalità e dallo stesso sapore agrodolce di quei limoni che attorniano la trama,e che di per sé,rappresentano,seppur avvolti nelle vesti di un proprio personale “protagonismo”,uno degli impliciti ma più volte segnalati indizi,disseminati lungo il percorso narrativo.Lo stile è assai fedele alla tradizionale impostazione formale di un giallo-noir,animato a tratti dalle particolarità,dominate da quella primaria del senso di mistero,che in questo testo, non si altera mai oltre la singolare sottigliezza.Sottigliezze,che grazie ad una meticolosa lettura,possono essere subito individuate e colte,in dialoghi che sfumano quasi nella sceneggiatura.

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  3. da ilmiolibro.it

    Ciò che colpisce il lettore è la babilonia che c’è in quel palazzo, pieno di gente di basso ceto, viste le puzze e gli odori che sprigionano ascelle ed altro. Sembra un giallo, ma ho l’impressione che la storia abbia a che fare col realismo magico. L’autore crea curiosità, ma anche la paura di sapere cosa c’è oltre quella porta. Bello il titolo.

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  4. da ilmiolibro.it

    Uno stile unico, che non ho mai incontrato prima. Una trama elaborata e ricca di fantasia e colpi di scena, personaggi molto ben trattati. Consiglio di leggere!

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  5. da ilmiolibro.it

    L’incipit di questo libro è, allo stesso tempo, travolgente e allucinante. Colori, sapori, odori, un realismo che così bene combinato con l’uso accorto del periodo ti fa rimanere senza fiato, desideroso di andare avanti e leggere quello che viene dopo. Un giallo? Un noir? Sarà l’uno o sarà l’altro: io sono impazzito di gioia quando ho letto, subito subito, di quelle farfalle azzurre…, e di quelle formiche operose… Bellezza e operosità! Il tuo lavoro mi piace veramente: anche nella mia PISTOLA NEL CASSETTO c’è una farfalla, ma non è colorata d’azzurro. Più modestamente, è una semplice cavolaia. Chissà perché le farfalle stanno sempre in mezzo quando c’è da scrivere qualcosa di buono!… Bravo! E complimenti per la copertina!

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  6. da ilmiolibro.it

    Un romanzo avvincente,itrigante, ben dettagliato nei particolari…molto ben scrittino,in modo minuzioso e scorrevole…invoglia nel proseguire la lettura,facilitandola…mi è piacciuto molto e tengo a precisare che l’autore del romanzo ha dipinto anche la tela in copertina…..è un artista completo…..che capta l’art…e e il suo corpo le dona vita portandola a noi.

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  7. da ilmiolibro.it

    Al di là della classe legata alla preparazione dell’artista, che qui traspare a chiare lettere, com’è del resto riportato dalle impressioni rilasciate dagli altri commentatori, il romanzo è costituito, di sicuro, da una parte palese e da una nascosta, legata, quest’ultima, al messaggio che Haydir ha voluto trasmettere in questo interessante scorcio, aperto in quella dimensione conosciuta con il termine di vita. Complimenti e auguri, Rassàm.

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  8. da ilmiolibro.it

    .. il tuo stile è un sapiente incrocio tra Calvino e Pirandello, condito da un retrogusto di arabeschi che danno all’opera un tocco in più, il segreto dello chef.

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  9. da ilmiolibro.it

    Un incipit niente male. L’accuratezza della narrazione traspare sin dalle uniche due pagine disponibili. Sembra quasi di ripercorrere la scena a volo radente passando, come in un piano-sequenza cinematografico, da un personaggio all’altro attraverso l’occhio di un’osservatore che altri non è che il lettore.

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  10. da ilmiolibro.it

    L’autore già dalle prime battute si manifesta per quello che é:un professionista.Sono sicura che da un incipit così promettente dove ti sembra di sentire quell’odore di limoni marci si dipanerà una trama avvincente e coinvolgente. Complimenti!

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  11. Un testo che scorre tra le immagini che man mano prendono forma attraverso le parole crude, dirette, di impatto e che non trascendono mai la realtà che pungente descrivi….nella lettura sembrerebbe davvero di sentire quell’ “odore agrodolce di limoni marci”…..ed è solo l’anteprima!! BRAVO.

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