Ciro Mannaro

Presidente POPact: Ciro Mannaro
Presidente_POPactIl nonno fu Sukhbaatar Mannaro, il celebre rivoluzionario nichilista cosmopolita, originario di un’antica famiglia nobile decaduta di Ulaan Bataar; perseguitato in patria per le sue idee politiche, fu costretto a rifugiarsi a Baghdad, Abidjan, Alessandria d’Egitto, Bogotà, Irkusk, Addis Abeba, Valencia e in tanti altri paesi.

Dopo anni di peregrinazioni giunse a Wieliczka in Polonia dove si stabilì definitivamente mettendo su famiglia con Irina Pilsudsky. Lavorò, sotto altra identità come operaio nella storica miniera di salgemma (la più grande d’Europa)

Morì dopo alcuni anni a causa di un esplosione mentre lavorava.

Ciro crebbe senza conoscere il nonno; conseguì la laurea in legge all’Università di Cracovia e, dopo il dottorato in “Giustizia sociale” all’Università di Istanbul, esercitò il praticantato per conseguire l’abilitazione d’avvocato a Kabul che ottenne a soli ventirè anni.

In quegli anni decise di interrompere momentaneamente il suo brillante percorso accademico per ripercorrere tutte le tappe dell’avo oramai divenute leggenda.
Saranno anni fondamentali in cui conoscerà le culture di tutto il mondo, il bene ed il male.

Conobbe Mao Tze Tung, Giovanni Paolo II, Socrate, Hitler, Aristotele, Confucio, Maometto, Gesù di Nazareth, Che Guevara, Giulio Cesare, Buddah, San Francesco, Carlo Magno, Nerone, Ho Chi Min e tanti altri ancora.

Tornò dal lungo viaggio dopo nove anni e iniziò a dedicarsi all’attività forense, quando improvvisamente perse i genitori e i due fratelli in un incidente stradale le cui cause non furono mai appurate.
Il sospetto è che fosse conseguenza di un indagine personale che Ciro stava conducendo e che vedeva coinvolta una nota multinazionale di giocattoli nel commercio di petrolio e nel traffico d’organi.

Il prezzo lo pagò anche la sua professione infatti verrà radiato dall’ordine degli Avvocati per violazione del codice deontologico.

Attualmente vive nel Golfo dei Poeti a Lerici nella grotta di Byron.

E’ dissacrato da tutto e da tutti ma continua a coltivare la passione per l’arte e la cultura e la notte.

Riportiamo una delle poche testimonianze che ci ha lasciato un artista di strada

Un giorno lo incontrai nei pressi di uno stagno a Riomaggiore, dove inizia la via dell’amore: mi sorrise.
Si avvicinò sussurrandomi all’orecchio:
“Soltanto l’arte salverà il mondo!”.
Da quel momento non lo vidi più; ma iniziai anch’io a dire a tutti con un grido:
“Soltanto l’arte salverà il mondo!”.
Eppure nulla cambiò.

Lo vidi come un’apparizione dopo novantanove anni nei pressi di un eremo a Tagliacozzo.
Mi sorrise sussurrandomi all’orecchio:
“L’arte è verità.”
Io gli risposi
“E allora? Cosa vuoi dire?
Se sei un’artista devi dire la verità; non la devi solo proclamare!
Devi fare e agire, altrimenti puoi anche morire con la tua arte.
Nessuno se ne accorgerà.”

Da quel giorno non lo vidi più.


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